
L’Outdoor Education non intende proporre nuove metodologie, “semplicemente invita ad assumere lo spazio esterno, a partire da quello più facilmente disponibile, come ambiente di apprendimento e luogo di vita normale per i bambini. […] è, prima di tutto, il diritto del bambino ad abitare gli spazi esterni, a fare esperienza a contatto con la natura, a vivere le dimensioni del gioco e del divertimento, della socialità e dell’avventura.” (Roberto Farné)
Diventiamo esploratori ed esploratrici della nostra città, a partire dal nostro quartiere e dai parchi vicini a scuola, con l’idea che il fuori è un luogo importante di formazione e apprendimento. Cerchiamo di avvicinarci allo spazio esterno con uno sguardo nuovo, curioso, attento. Ci alleniamo a guardare oltre, a esplorare i luoghi, anche conosciuti, con stupore.
Al parco osserviamo, tocchiamo, odoriamo, ascoltiamo. Dall’esplorazione sorgono domande, ipotesi, conversazioni, giochi spontanei. Classifichiamo i tesori raccolti e costruiamo mandala naturali. Cerchiamo gli animaletti nel prato e tra le fessure delle cortecce. Con delle bacche e foglie ci immaginiamo chef all’opera. Ci arrampichiamo sugli alberi. Corriamo sul prato e giochiamo a “facciamo finta che…”…
La città è il contesto in cui si sviluppa la nostra vita. Il suo significato, il suo senso si ottiene dell’abitare. Promuovere quindi il senso di appartenenza ai luoghi di vita e coltivare la cura del contesto proprio a partire dall’infanzia è fondamentale per costruire una cittadinanza attiva.
Come sostiene Francesco Tonucci, “la prima e più importante scelta da farsi è quella di dare ai bambini un ruolo da protagonisti, dare loro la parola, permettere loro di esprimere pareri e metterci, noi adulti, nell’atteggiamento di ascolto, di desiderio di capire e di volontà di tener conto di quello che i bambini dicono”.